venerdì 19 ottobre 2018

"Se il pubblico si assume il rischio d'impresa al posto dei privati il risultato è l'attuale debito pubblico italiano" … Il Case History delle offerte minori Valdigne estate 2018: i conti non tornano


PREMESSA 1: 
Sono un Topo da Protocolli e, dunque, come annunciato e spiegato in un precedente post, tutte le informazioni utilizzate di seguito sono pubbliche e reperite on-line (e accessibili by link per chi fosse interessato) per la maggior parte dalle Pagine della Trasparenza previste per gli Enti Pubblici dal quadro normativo vigente.


PREMESSA 2: de la "spending rewiew"
Il miglioramento dei meccanismi di controllo quantitativo e qualitativo della spesa pubblica – si legge in un documento del febbraio 2018 del Servizio studi della Camera dei Deputati - ha costituito uno dei principali obiettivi di politica economica dell'ultimo decennio, in cui il controllo della spesa è venuto a costituire un importante strumento per il reperimento di risorse pubbliche, anche ai fini del rilancio della crescita del Paese”.
Controllare la spesa pubblica non significa necessariamente “tagliare spese e/o servizi”. Talvolta adottare una efficacie “spending review” è possibile semplicemente analizzando più il "come" che il "quanto" un ente pubblico spende.
Il che, spesso, significa dedicare del tempo per passare al vaglio iter, procedimenti e capitoli di spesa di un Ente Pubblico per vedere cosa può essere acquistato diversamente, oppure per scoprire se ci sono sprechi, casi di inefficienza o anche semplici distorsioni di ruolo nei rapporti tra un'amministrazione e i suoi interlocutori, intendendo con ciò i cittadini, gli utenti, ma anche altri enti, consulenti e fornitori.
Un caso tipico è quello del rapporto fra Pubblico e Privato, che troppo spesso ha visto (e purtroppo continua vedere) le Amministrazioni acquistare da privati beni e/o servizi da erogare a pagamento ai cittadini/utenti, ma in un rapporto coi fornitori di “vuoto per pieno”. In cui, cioè, l'Ente Pubblico garantisce al fornitore il pagamento di tutti i costi del prodotto, che poi eroga agli utenti a fronte del pagamento di una tariffa definita, finendo però per accollarsi interamente il rischio di impresa che dovrebbe essere proprio del fornitore proprio perché impresa privata. Infatti, se poi le entrate che derivano dalle quote utenti non sono sufficienti coprire il costo del prodotto, chi ci rimette è solo il Bilancio dell'Ente (non i fruitori, perché pagano una tariffa predefinita, e non il fornitore perché comunque la differenza verrà coperta da risorse dell'Amministrazione) … che però è fatto con soldi “nostri” anche se noi potremmo non essere alcun modo interessati da quel bene o servizio.
Il risultato di questo distorto modus operandi (il Pubblico che si assume il rischio d'impresa al posto dei privati) è … la sofferenza dei conti pubblici che tutti conosciamo e paghiamo, e per estensione … l'attuale debito pubblico italiano.

UN CASE HISTORY: Valdigne Mont Blanc:
sulle offerte minori estate 2018 i conti non tornano


FATTI, DATI E ATTI 
E' di € 44.000,00 abbondanti il totale lordo degli impegni di spesa dell'Unité des Communes Valdigne Mont Blanc per la realizzazione delle attività estive 2018 destinate a minori e giovani del territorio.
L'organizzazione del programma “fortemente sollecitato dalle famiglie”, era stato deciso dalla Giunta dei sindaci della Valdigne a marzo scorso con la Delibera n. 24/2018, con la quale sono state accolte tre proposte pervenute all'ente: quella dell’A.S.D. Valdigne Mont Blanc Calcio per gli Stage estivi Milan Academy 2018, quella del Signor Gino Chabod per dei laboratori didattici di falegnameria ed edilizia per bambini dai 5 agli 11 anni, e infine quella della Società Cooperativa Sociale Trait d’Union per attività ludico/culturali per adolescenti dai 12 a i 18 anni.
Sul fronte delle spese, per quanto riguarda il calcio la delibera prendeva atto che “il costo per ogni partecipante è di € 340,00 per una settimana” e che “il costo pro capite, a carico delle famiglie, per una settimana è fissato in € 170,00” (per un totale di € 11.900,00 sul presupposto di frequenza di 30-35 bambini), laddove per i laboratori di falegnameria ed edilizia si legge di un costo presuntivo di 5.940,00” per i primi e “di 4.880,00” per i secondi, mentre per la realizzazione del progetto degli otto laboratori per adolescenti (previa anche valutazione “del Coordinamento degli Assessori alle Politiche Sociali della Valdigne”) si individua una “spesa presunta di 17.000,00”.
Costi per i quali la Giunta dei Sindaci dà atto “che per ciascuno dei tre progetti (…) la differenza tra il costo effettivo dei servizi e quanto addebitato alle famiglie sarà a totale carico del bilancio dell’Unité des Communes valdôtaines Valdigne-Mont-Blanc come da deliberazione di Giunta n. 12 del22/02/2018”.


MA C'È UN “MA” … E FORSE PIÙ DI UNO
Quest'ultima delibera richiamata (la n. 12/18) è, infatti, quella con la quale i sindaci hanno adottato le “Determinazioni in merito alla disciplina delle tariffe inerenti i servizi erogati agli utenti dall'ente-esercizio 2018”, al punto 7 del cui allegato, “Attività varie a favore di minori e giovani”, in tema di tariffe si legge che “La quota a carico delle famiglie sarà del 50% del costo del servizio stimato”.

Però gli atti raccontano che, tra fine aprile ed inizio luglio gli uffici dell'Unité hanno assunto le necessarie determine di spesa per i tre progetti, impegnando rispettivamente €. 17.000.00+IVA a favore della cooperativa Trait d’Union (= €. 20.740,00 - DET. 14 del 23/4): € 9.107,55+IVA a favore del Signor Gino Chabod (= € 11.111,21 - DET. 28 del 28/6): € 11.900,00 favore dell’ASD Valdigne Mont Blanc Calcio (DET. 30 del 5/7). 
In tutto € 43.751,21, ai quali si aggiungono anche € 301,50 di spese postali per la spedizione alle famiglie delle brochure di presentazione delle attività (DET. 22 del 24/5), per un totale di € 44.052,71 stanziati.

Come dire che, per tutti e tre i percorsi, l'ente ha provveduto a stanziare sostanzialmente l'intero costo previsto per ciascun progetto, di fatto acquistandoli preventivamente “vuoto per pieno”, a prescindere dalle iscrizioni che sarebbero arrivate, ovvero dell'effettivo ammontare delle quote famiglie che sarebbero poi state introitate. 

Cosa che, ancora più in sintesi, vuol dire che l'Unité Valdigne si è assunta a priori il “rischio di impresa” al posto dei soggetti proponenti/privati fornitori,  ai quali ha invece garantito la copertura di tutti i costi.

Per altro, quando sul sito dell'Unitè sono stati presentati e pubblicatii dettagli delle offerte bimbi  sono diventate disponibili anche altre informazioni che hanno permesso di fare un po' di conti preventivi, sul massimo di entrate possibili dalle quote utenti.

Il progetto per gli adolescenti, infatti, risultava articolato in 8 settimane per un massimo di 20 partecipanti a settimana, ad una tariffa di € 60,00 a ragazzo: il che vuol dire un totale massimo di entrate possibili dalle quote utenti di € 9,600,00 (8 settimane x 20 partecipanti x€ 60), pari a circa il 46% dell'impegno lordo. I corsi di falegnameria, invece, prevedevano 2 settimane per un massimo di 18 partecipanti a settimana ad una tariffa di € 70,00 a bambino, a cui vanno aggiunti i 2 turni previsti per l'edilizia, per un massimo di 18 partecipanti ciascuno, ad una tariffa di € 120,00 a bambino; numeri che significano un totale massimo di € 6.800,00 dalle quote utenti (2 settimane x 18 partecipanti x € 70 + 2 turni x 18 partecipanti x € 120), vale a dire circa il 61% dell'impegno lordo. Per quanto riguarda il calcio, in realtà, i dati erano già indicati nella delibera di marzo, che fissava una quota settimanale di € 170,00 a carico delle famiglie (a fronte del costo reale di €. 340,00) per massimo 35 aderenti, che significa € 5.950,00 massimo di quote utenti (35 partecipanti x € 170); esattamente il 50% dell'impegno.

Il fatto è che, nelle settimane successive sempre gli uffici dell'Unitè hanno anche proceduto ad effettuare l’accertamento delle entrate reali in base alle effettive iscrizioni e relative quote utenti e i conti hanno riservato delle sorprese.
Se per il calcio, infatti, la DET.31 del 5/7, registra una totale coincidenza con quanto indicato a preventivo, non è così per i corsi di falegnameria ed edilizia, tant'è vero che con la DET. 29 del 28/6, evidenziata anche la mancata attivazione dei corsi pomeridiani “poiché non si è raggiunto il numero minimo di iscrizioni” si stima che le entrate derivanti dalle le quote a carico degli utenti ammontano a € 4.480,00 pari al 40% dell'impegno lordo (corrispondenti a 54 iscritti totali)
Ma una fotografia ancora meno soddisfacente esce, infine, dalla DET. 27 del25/6 con la quale, relativamente alle attività per adolescenti, si prende innanzitutto atto che due settimane su otto “non verranno organizzate poiché non si è raggiunto il numero minimo di iscrizioni”, e che comunque per le altre sei “attività in questione si stima che le quote a carico degli utenti ammontano in totale a € 3.360,00” (corrispondenti a 56 iscritti totali per una media di 9-10 ragazzi a settimana), che significano una copertura di solo il 16% dell'impegno lordo.

Si registra, insomma, una mancata risposta positiva dell'utenza per almeno due proposte su tre, cosa che fa “saltare i conti” anche nel caso di uno sguardo complessivo.
Infatti è nei numeri che i totali di questo settore dell'estate 2018 Valdigne vedono i costi coperti solo al 31,30% dalle quote utenti, a fronte di un 68,70% rimasto a carico del bilancio dell'ente pubblico; una ripartizione che non rispetta il rapporto del 50% stabilito dalla Giunta dell'Unité in materia di tariffe, con la delibera precedentemente ricordata.



CONCLUSIONI E DOMANDE

E' evidente che c'è la  necessità di un ripensamento di questo tipo di azioni amministrative.

Innanzitutto perché il presupposto di un programma “fortemente sollecitato dalle famiglie” non pare sostanzialmente confermato dai numeri, visto che su una popolazione di circa 8-900 minori tra i 5 e i 18 anni residenti in Valdigne (stima basata sui dati reperibili dall'annuario statistico regionale), si sono avute solo 145 iscrizioni (35 calcio + 56 adolescenti + 54 falegnameria ed edilizia) vale a dire il 16-18% dei potenziali utenti, percentuali che potrebbero anche risultare più basse se in quel totale ci fossero bambini-ragazzi che hanno in realtà frequentato più di un solo corso.

In secondo luogo perché non è accettabile in tema di “controllo della spesa pubblica”, che si continui con il vecchio modello per il quale si acquistano dal privato dei prodotti “vuoto per pieno”, caricando sulle spalle dei bilanci degli enti pubblici il rischio di impresa derivante da un'eventuale (come in questo caso) mancata risposta dell'utenza.

E infine (intendendo con ciò “least but not last”) perché proprio per via di questo rischio accollato, l'ente si può ritrovare (come in questo caso) nella condizione di aver assunto degli impegni con i fornitori per il pagamento dell'intero costo del prodotto/servizio pattuito, che però non può rispettare a meno di violare le sue stesse regole.

Se infatti l'Unité liquiderà le parcelle dei fornitori delle offerte che non hanno ottenuto una sufficiente risposta delle famiglie, si troverà a dover coprire circa il 59% dei costi dei corsi di falegnameria ed edilizia e circa il l'83% dei costi dei laboratori per gli adolescenti; violando però così le disposizioni adottate dai Sindaci in materia di tariffe, per le quali ricordiamo “La quota a carico delle famiglie sarà del 50% del costo del servizio stimato” (Delibera n. 12/18 - “Determinazioni in merito alla disciplina delle tariffe inerenti i servizi erogati agli utenti dall'ente-esercizio 2018” - allegato: punto 7-Attività varie a favore di minori e giovani”).


NOTA FINALE
Per dovere di cronaca va evidenziato che al momento della pubblicazione del presente post, alla Trasparenza dell'Unité risulta liquidata solo la fattura dell'dell’A.S.D. Valdigne Mont Blanc Calcio (DET. 39 del 4/9), che per altro - va ricordato - risultava coerente con le ripartizioni stabilite dalla più volte ricordata delibera di definizione delle tariffe.






martedì 16 ottobre 2018

Sono un “Topo da Protocolli” ...


Secondo il “Dizionario de modi di dire” del sito del corriere.it un “TOPO DI BIBLIOTECA” è un “Lettore accanito, assiduo frequentatore di biblioteche, erudito che passa il suo tempo in mezzo ai libri a studiare e divorare volumi, come un topo chiuso in una biblioteca a rosicchiare pagine”. Per analogia, quindi, potremmo definire un qualunque “soggetto, assiduo frequentatore di banche dati, siti pagine social ecc, che passa il suo tempo on-line a leggere tabelle e rapporti" un “TOPO DI BANCHE DATI”.
Oggi come oggi, poi sono in vigore norme che disciplinano gli obblighi delle pubbliche amministrazioni e delle società e degli enti di diritto privato controllati o partecipati da pubbliche amministrazioni, in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni.
Se, dunque, le fonti del tipo di cui sopra sono siti istituzionali, pagine della trasparenza e in generale atti di enti pubblici e/o società controllate, allora potremmo dire che ci troviamo di fronte ad un “TOPO DA PROTOCOLLI”.

Ebbene sì, lo confesso, io sono uno di questi, un vero e proprio TOPO DA PROTOCOLLI.

Un giornalista d'inchiesta, direte voi! …
No, non è così, perché un giornalista, alla fin fine, ha pur sempre bisogno di arrivare a rispondere alla domanda: “Qual è la notizia?” … e se non c'è notizia, non c'è interesse generale, non c'è pezzo articolo o reportage.

Un Topo da Protocolli, invece, può fare a meno di quella domanda, limitandosi a ricostruire iter e storie che giudica interessanti o comunque in grado di interessare.

Un Topo da Protocolli, può fermarsi sul confine delle domande che potrebbero sorgere più o meno spontanee nell'arco della sua ricerca, solo per condividerle con chi ha voglia di condividerle.

Un Topo da Protocolli, inoltre, non ha l'obbligo di “sentire tutte le campane”, di riportare le dichiarazioni esplicative di tutti gli attori delle varie vicende che decide di studiare e/o di raccontare, perché i suoi attori sono … gli atti ufficiali … (delibere, determine, verbali, note, lettere contratti, ecc.) e questi parlano da sé, sono le uniche cose che valgono e che contano quando si tratta di enti pubblici e similari.

E dunque eccomi qua: io sono un Topo da Protocolli che ci prova.

Certo è una strada un po' noiosa, sicuramente (almeno a priori) molto poco “titolosa”. 
Spesso non è nemmeno roba che si può risolvere o esaurire facilmente con un tweet o con un post.
Per questo, forse, “È poco moderna”, come il mare d'inverno di Enrico Ruggeri, m
a a me pare che ce ne potrebbe essere bisogno.

Può funzionare?
Non lo so, ma se non ci provo non lo saprò mai
Perché - anche se in questo caso non ci sono in ballo soldi stipendi o investimenti visto nessuno mi paga per farlo! - è una questione di domanda e offerta (come tutto in questo nostro mondo?) …