domenica 18 novembre 2018

Courmayeur: Sindaco, Giunta e maggioranza non rispondono alle domande

“Se volete dettagli usate le interrogazioni”
… ma il Regolamento del Consiglio dice altro

16 novembre 2018 – Cronache dal Consiglio Comunale


A Courmayeur Sindaco, Giunta e maggioranza non rispondono alle domande e alle richieste di approfondimenti su diversi interventi oggetto della variazione di Bilancio in discussione nella seduta dello scorso venerdì 16 novembre del Consiglio Comunale. E, davanti alle insistenze, dichiarano: “Se volete dettagli dovete fare delle interrogazioni”.

I FATTI
Chiamato ad approvare un'importante e urgente variazione rinviata dalla precedente seduta di inizio novembre, venerdì 16 novembre il Consiglio di Courmayeur si è ritrovato (a soli dieci giorni di distanza dalla precedente assemblea) a tornare sui temi e le cifre di fine anno, tra le quali, in particolare anche quelle destinate a finanziare l'avvio della ormai imminente stagione turistica invernale.

Temi importanti sui quali i due consiglieri di minoranza presenti, Massimo Sottile e Fabrizia Derriard, nonché l'ex-capogruppo e campione di preferenze della maggioranza Alberto Vaglio, hanno chiesto una serie di delucidazioni e approfondimenti in parte ereditati dalla precedente seduta, e in parte scaturiti dal nuovo dibattito.
Quesiti che però, in gran parte non hanno trovato risposta.

IL SINDACO
L'informazione che viene data durante le variazioni di bilancio – ha, infatti dichiarato il primo cittadino Stefano Miserocchi - è una informazione generale di indirizzo in cui si spiegano quali sono le direzioni che si vogliono prendere e quali sono i capitoli generali. Per avere delucidazioni estremamente dettagliate – ha, quindi, aggiunto - esiste lo strumento delle interrogazioni, anche perché anche con la presenza dei tecnici, non tutte queste informazioni possono essere sapute a memoria e possono essere riferite. Alcune delle domande poste sono troppo dettagliate anche per noi per cui, fate un'interrogazione e noi risponderemo”.

IL REGOLAMENTO (vedi)
Peccato però che, forse, lo strumento suggerito non pare essere adeguato a questi fini. Infatti nel Regolamento del Consiglio si legge cheL’interrogazione consiste nella richiesta scritta rivolta al Sindaco per avere informazioni circa la sussistenza o la verità di un fatto determinato o per conoscere i motivi ed i criteri in base ai quali è stato adottato un provvedimento o gli intendimenti con i quali ci si prefigge di operare in merito ad un determinato fatto od intervento” (Art. 6 c.1).
E analogamente inadeguato sembrerebbe risultare l'uso i un altro strumento, quello dell'
interpellanza che “consiste in una richiesta diretta per ottenere informazioni circa il comportamento dell’amministrazione comunale in merito ai suoi intendimenti su argomenti determinati” (Art. 10 c.1).
Strumenti, insomma, utilizzabili dai consiglieri per avere RISPOSTE DOPO L'ADOZIONE DI UN ATTO e dunque INUTILI ai fini dell'approfondimento delle informazioni necessarie e opportune PER DECIDERE SE VOTARE O MENO UNA DELIBERA!!!

IL DIBATTITO
Quello dello scorso venerdì 16 novembre è stata una seduta innegabilmente caratterizzata da
un acceso confronto, nel corso del quale il consigliere di minoranza, Massimo Sottileprendendo atto che a quasi tutte le domande di approfondimento non vengono date risposte né puntuali né tanto meno generali, impedendoci di capire con precisione quali interventi nel concreto si intendono finanziare con le cifre indicate in delibera” aveva quindi chiesto “ai sensi dell'art. 50 del regolamento del Consiglio Comunale di Courmayeur, di far intervenire in aula i funzionari responsabili dei vari servizi interessati all'atto, per poter avere da loro i dati richiesti. Insomma se non si è preparati la prima volta ci si prepara la seconda.

Per altro va ricordato che, se fosse stata accolta la richiesta della convocazione in aula dei funzionari, questo avrebbe però comportato un ulteriore rinvio del punto in questione (dopo quello resosi necessario il precedente 6 novembre per la segnalazione da parte di Alberto Vaglio di alcune incongruenze tra le cifre riportate in delibera e quelle degli allegati). Cosa che però non è avvenuta perché la richiesta non è stata sostenuta da un terzo consigliere oltre ai soli due di minoranza presenti, vista l'assenza giustificata dei loro colleghi di lista.

Lo stesso Vaglio, infatti per quanto molto critico, sull'atto, non ha ritenuto di aderire alla richiesta di Sottile spiegando che “Si tratta di risposte politiche che io mi aspetto dagli amministratori e non dai funzionari, e credo, quindi, che una giunta e una maggioranza, se vogliono, potrebbero tranquillamente essere in grado di dare le spiegazioni richieste”.

Non è possibile che voi non abbiate parlato con i tecnici per farvi dire dove andranno messi questi soldi - ha quindi affermato Fabrizia Derriard - Se si porta in consiglio a novembre una variazione di bilancio con delle cifre anche importanti, che devono essere spese entro fine anno, ma non si è in grado di dare certe risposte, vuol dire o che vi affidate completamente ai funzionari o che avete dei problemi a rispondere. Per noi si tratta non tanto di conoscere dettagli, quanto di capire cosa avete programmato. Ma se lei ci dice che uno non può saperlo allora evidentemente io per dieci anni ho sbagliato a dare risposte alle domande che mi venivano fatte in quest'aula”.

A dare man forte al Sindaco Miserocchi sono comunque arrivate, in sede di dichiarazione di voto, le parole del neo-capogruppo di maggioranza Luca Signorelli, che ha dichiarato: “Noi riteniamo che le informazioni che son state fornite siano state sufficienti – ribadendo - che le domande tecniche che sono state presentate, possono essere portate avanti attraverso lo strumento dell'interrogazione”.

Evidenziando però come anche per lui e per tutti i suoi colleghi di maggioranza non siano completamente chiare certe sfumature del Regolamento del Consiglio.


CONCLUSIONI
... E pensare che 
 erano quelli che 
               
in campagna elettorale 
promettevano il
"question time" !!!

venerdì 19 ottobre 2018

"Se il pubblico si assume il rischio d'impresa al posto dei privati il risultato è l'attuale debito pubblico italiano" … Il Case History delle offerte minori Valdigne estate 2018: i conti non tornano


PREMESSA 1: 
Sono un Topo da Protocolli e, dunque, come annunciato e spiegato in un precedente post, tutte le informazioni utilizzate di seguito sono pubbliche e reperite on-line (e accessibili by link per chi fosse interessato) per la maggior parte dalle Pagine della Trasparenza previste per gli Enti Pubblici dal quadro normativo vigente.


PREMESSA 2: de la "spending rewiew"
Il miglioramento dei meccanismi di controllo quantitativo e qualitativo della spesa pubblica – si legge in un documento del febbraio 2018 del Servizio studi della Camera dei Deputati - ha costituito uno dei principali obiettivi di politica economica dell'ultimo decennio, in cui il controllo della spesa è venuto a costituire un importante strumento per il reperimento di risorse pubbliche, anche ai fini del rilancio della crescita del Paese”.
Controllare la spesa pubblica non significa necessariamente “tagliare spese e/o servizi”. Talvolta adottare una efficacie “spending review” è possibile semplicemente analizzando più il "come" che il "quanto" un ente pubblico spende.
Il che, spesso, significa dedicare del tempo per passare al vaglio iter, procedimenti e capitoli di spesa di un Ente Pubblico per vedere cosa può essere acquistato diversamente, oppure per scoprire se ci sono sprechi, casi di inefficienza o anche semplici distorsioni di ruolo nei rapporti tra un'amministrazione e i suoi interlocutori, intendendo con ciò i cittadini, gli utenti, ma anche altri enti, consulenti e fornitori.
Un caso tipico è quello del rapporto fra Pubblico e Privato, che troppo spesso ha visto (e purtroppo continua vedere) le Amministrazioni acquistare da privati beni e/o servizi da erogare a pagamento ai cittadini/utenti, ma in un rapporto coi fornitori di “vuoto per pieno”. In cui, cioè, l'Ente Pubblico garantisce al fornitore il pagamento di tutti i costi del prodotto, che poi eroga agli utenti a fronte del pagamento di una tariffa definita, finendo però per accollarsi interamente il rischio di impresa che dovrebbe essere proprio del fornitore proprio perché impresa privata. Infatti, se poi le entrate che derivano dalle quote utenti non sono sufficienti coprire il costo del prodotto, chi ci rimette è solo il Bilancio dell'Ente (non i fruitori, perché pagano una tariffa predefinita, e non il fornitore perché comunque la differenza verrà coperta da risorse dell'Amministrazione) … che però è fatto con soldi “nostri” anche se noi potremmo non essere alcun modo interessati da quel bene o servizio.
Il risultato di questo distorto modus operandi (il Pubblico che si assume il rischio d'impresa al posto dei privati) è … la sofferenza dei conti pubblici che tutti conosciamo e paghiamo, e per estensione … l'attuale debito pubblico italiano.

UN CASE HISTORY: Valdigne Mont Blanc:
sulle offerte minori estate 2018 i conti non tornano


FATTI, DATI E ATTI 
E' di € 44.000,00 abbondanti il totale lordo degli impegni di spesa dell'Unité des Communes Valdigne Mont Blanc per la realizzazione delle attività estive 2018 destinate a minori e giovani del territorio.
L'organizzazione del programma “fortemente sollecitato dalle famiglie”, era stato deciso dalla Giunta dei sindaci della Valdigne a marzo scorso con la Delibera n. 24/2018, con la quale sono state accolte tre proposte pervenute all'ente: quella dell’A.S.D. Valdigne Mont Blanc Calcio per gli Stage estivi Milan Academy 2018, quella del Signor Gino Chabod per dei laboratori didattici di falegnameria ed edilizia per bambini dai 5 agli 11 anni, e infine quella della Società Cooperativa Sociale Trait d’Union per attività ludico/culturali per adolescenti dai 12 a i 18 anni.
Sul fronte delle spese, per quanto riguarda il calcio la delibera prendeva atto che “il costo per ogni partecipante è di € 340,00 per una settimana” e che “il costo pro capite, a carico delle famiglie, per una settimana è fissato in € 170,00” (per un totale di € 11.900,00 sul presupposto di frequenza di 30-35 bambini), laddove per i laboratori di falegnameria ed edilizia si legge di un costo presuntivo di 5.940,00” per i primi e “di 4.880,00” per i secondi, mentre per la realizzazione del progetto degli otto laboratori per adolescenti (previa anche valutazione “del Coordinamento degli Assessori alle Politiche Sociali della Valdigne”) si individua una “spesa presunta di 17.000,00”.
Costi per i quali la Giunta dei Sindaci dà atto “che per ciascuno dei tre progetti (…) la differenza tra il costo effettivo dei servizi e quanto addebitato alle famiglie sarà a totale carico del bilancio dell’Unité des Communes valdôtaines Valdigne-Mont-Blanc come da deliberazione di Giunta n. 12 del22/02/2018”.


MA C'È UN “MA” … E FORSE PIÙ DI UNO
Quest'ultima delibera richiamata (la n. 12/18) è, infatti, quella con la quale i sindaci hanno adottato le “Determinazioni in merito alla disciplina delle tariffe inerenti i servizi erogati agli utenti dall'ente-esercizio 2018”, al punto 7 del cui allegato, “Attività varie a favore di minori e giovani”, in tema di tariffe si legge che “La quota a carico delle famiglie sarà del 50% del costo del servizio stimato”.

Però gli atti raccontano che, tra fine aprile ed inizio luglio gli uffici dell'Unité hanno assunto le necessarie determine di spesa per i tre progetti, impegnando rispettivamente €. 17.000.00+IVA a favore della cooperativa Trait d’Union (= €. 20.740,00 - DET. 14 del 23/4): € 9.107,55+IVA a favore del Signor Gino Chabod (= € 11.111,21 - DET. 28 del 28/6): € 11.900,00 favore dell’ASD Valdigne Mont Blanc Calcio (DET. 30 del 5/7). 
In tutto € 43.751,21, ai quali si aggiungono anche € 301,50 di spese postali per la spedizione alle famiglie delle brochure di presentazione delle attività (DET. 22 del 24/5), per un totale di € 44.052,71 stanziati.

Come dire che, per tutti e tre i percorsi, l'ente ha provveduto a stanziare sostanzialmente l'intero costo previsto per ciascun progetto, di fatto acquistandoli preventivamente “vuoto per pieno”, a prescindere dalle iscrizioni che sarebbero arrivate, ovvero dell'effettivo ammontare delle quote famiglie che sarebbero poi state introitate. 

Cosa che, ancora più in sintesi, vuol dire che l'Unité Valdigne si è assunta a priori il “rischio di impresa” al posto dei soggetti proponenti/privati fornitori,  ai quali ha invece garantito la copertura di tutti i costi.

Per altro, quando sul sito dell'Unitè sono stati presentati e pubblicatii dettagli delle offerte bimbi  sono diventate disponibili anche altre informazioni che hanno permesso di fare un po' di conti preventivi, sul massimo di entrate possibili dalle quote utenti.

Il progetto per gli adolescenti, infatti, risultava articolato in 8 settimane per un massimo di 20 partecipanti a settimana, ad una tariffa di € 60,00 a ragazzo: il che vuol dire un totale massimo di entrate possibili dalle quote utenti di € 9,600,00 (8 settimane x 20 partecipanti x€ 60), pari a circa il 46% dell'impegno lordo. I corsi di falegnameria, invece, prevedevano 2 settimane per un massimo di 18 partecipanti a settimana ad una tariffa di € 70,00 a bambino, a cui vanno aggiunti i 2 turni previsti per l'edilizia, per un massimo di 18 partecipanti ciascuno, ad una tariffa di € 120,00 a bambino; numeri che significano un totale massimo di € 6.800,00 dalle quote utenti (2 settimane x 18 partecipanti x € 70 + 2 turni x 18 partecipanti x € 120), vale a dire circa il 61% dell'impegno lordo. Per quanto riguarda il calcio, in realtà, i dati erano già indicati nella delibera di marzo, che fissava una quota settimanale di € 170,00 a carico delle famiglie (a fronte del costo reale di €. 340,00) per massimo 35 aderenti, che significa € 5.950,00 massimo di quote utenti (35 partecipanti x € 170); esattamente il 50% dell'impegno.

Il fatto è che, nelle settimane successive sempre gli uffici dell'Unitè hanno anche proceduto ad effettuare l’accertamento delle entrate reali in base alle effettive iscrizioni e relative quote utenti e i conti hanno riservato delle sorprese.
Se per il calcio, infatti, la DET.31 del 5/7, registra una totale coincidenza con quanto indicato a preventivo, non è così per i corsi di falegnameria ed edilizia, tant'è vero che con la DET. 29 del 28/6, evidenziata anche la mancata attivazione dei corsi pomeridiani “poiché non si è raggiunto il numero minimo di iscrizioni” si stima che le entrate derivanti dalle le quote a carico degli utenti ammontano a € 4.480,00 pari al 40% dell'impegno lordo (corrispondenti a 54 iscritti totali)
Ma una fotografia ancora meno soddisfacente esce, infine, dalla DET. 27 del25/6 con la quale, relativamente alle attività per adolescenti, si prende innanzitutto atto che due settimane su otto “non verranno organizzate poiché non si è raggiunto il numero minimo di iscrizioni”, e che comunque per le altre sei “attività in questione si stima che le quote a carico degli utenti ammontano in totale a € 3.360,00” (corrispondenti a 56 iscritti totali per una media di 9-10 ragazzi a settimana), che significano una copertura di solo il 16% dell'impegno lordo.

Si registra, insomma, una mancata risposta positiva dell'utenza per almeno due proposte su tre, cosa che fa “saltare i conti” anche nel caso di uno sguardo complessivo.
Infatti è nei numeri che i totali di questo settore dell'estate 2018 Valdigne vedono i costi coperti solo al 31,30% dalle quote utenti, a fronte di un 68,70% rimasto a carico del bilancio dell'ente pubblico; una ripartizione che non rispetta il rapporto del 50% stabilito dalla Giunta dell'Unité in materia di tariffe, con la delibera precedentemente ricordata.



CONCLUSIONI E DOMANDE

E' evidente che c'è la  necessità di un ripensamento di questo tipo di azioni amministrative.

Innanzitutto perché il presupposto di un programma “fortemente sollecitato dalle famiglie” non pare sostanzialmente confermato dai numeri, visto che su una popolazione di circa 8-900 minori tra i 5 e i 18 anni residenti in Valdigne (stima basata sui dati reperibili dall'annuario statistico regionale), si sono avute solo 145 iscrizioni (35 calcio + 56 adolescenti + 54 falegnameria ed edilizia) vale a dire il 16-18% dei potenziali utenti, percentuali che potrebbero anche risultare più basse se in quel totale ci fossero bambini-ragazzi che hanno in realtà frequentato più di un solo corso.

In secondo luogo perché non è accettabile in tema di “controllo della spesa pubblica”, che si continui con il vecchio modello per il quale si acquistano dal privato dei prodotti “vuoto per pieno”, caricando sulle spalle dei bilanci degli enti pubblici il rischio di impresa derivante da un'eventuale (come in questo caso) mancata risposta dell'utenza.

E infine (intendendo con ciò “least but not last”) perché proprio per via di questo rischio accollato, l'ente si può ritrovare (come in questo caso) nella condizione di aver assunto degli impegni con i fornitori per il pagamento dell'intero costo del prodotto/servizio pattuito, che però non può rispettare a meno di violare le sue stesse regole.

Se infatti l'Unité liquiderà le parcelle dei fornitori delle offerte che non hanno ottenuto una sufficiente risposta delle famiglie, si troverà a dover coprire circa il 59% dei costi dei corsi di falegnameria ed edilizia e circa il l'83% dei costi dei laboratori per gli adolescenti; violando però così le disposizioni adottate dai Sindaci in materia di tariffe, per le quali ricordiamo “La quota a carico delle famiglie sarà del 50% del costo del servizio stimato” (Delibera n. 12/18 - “Determinazioni in merito alla disciplina delle tariffe inerenti i servizi erogati agli utenti dall'ente-esercizio 2018” - allegato: punto 7-Attività varie a favore di minori e giovani”).


NOTA FINALE
Per dovere di cronaca va evidenziato che al momento della pubblicazione del presente post, alla Trasparenza dell'Unité risulta liquidata solo la fattura dell'dell’A.S.D. Valdigne Mont Blanc Calcio (DET. 39 del 4/9), che per altro - va ricordato - risultava coerente con le ripartizioni stabilite dalla più volte ricordata delibera di definizione delle tariffe.






martedì 16 ottobre 2018

Sono un “Topo da Protocolli” ...


Secondo il “Dizionario de modi di dire” del sito del corriere.it un “TOPO DI BIBLIOTECA” è un “Lettore accanito, assiduo frequentatore di biblioteche, erudito che passa il suo tempo in mezzo ai libri a studiare e divorare volumi, come un topo chiuso in una biblioteca a rosicchiare pagine”. Per analogia, quindi, potremmo definire un qualunque “soggetto, assiduo frequentatore di banche dati, siti pagine social ecc, che passa il suo tempo on-line a leggere tabelle e rapporti" un “TOPO DI BANCHE DATI”.
Oggi come oggi, poi sono in vigore norme che disciplinano gli obblighi delle pubbliche amministrazioni e delle società e degli enti di diritto privato controllati o partecipati da pubbliche amministrazioni, in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni.
Se, dunque, le fonti del tipo di cui sopra sono siti istituzionali, pagine della trasparenza e in generale atti di enti pubblici e/o società controllate, allora potremmo dire che ci troviamo di fronte ad un “TOPO DA PROTOCOLLI”.

Ebbene sì, lo confesso, io sono uno di questi, un vero e proprio TOPO DA PROTOCOLLI.

Un giornalista d'inchiesta, direte voi! …
No, non è così, perché un giornalista, alla fin fine, ha pur sempre bisogno di arrivare a rispondere alla domanda: “Qual è la notizia?” … e se non c'è notizia, non c'è interesse generale, non c'è pezzo articolo o reportage.

Un Topo da Protocolli, invece, può fare a meno di quella domanda, limitandosi a ricostruire iter e storie che giudica interessanti o comunque in grado di interessare.

Un Topo da Protocolli, può fermarsi sul confine delle domande che potrebbero sorgere più o meno spontanee nell'arco della sua ricerca, solo per condividerle con chi ha voglia di condividerle.

Un Topo da Protocolli, inoltre, non ha l'obbligo di “sentire tutte le campane”, di riportare le dichiarazioni esplicative di tutti gli attori delle varie vicende che decide di studiare e/o di raccontare, perché i suoi attori sono … gli atti ufficiali … (delibere, determine, verbali, note, lettere contratti, ecc.) e questi parlano da sé, sono le uniche cose che valgono e che contano quando si tratta di enti pubblici e similari.

E dunque eccomi qua: io sono un Topo da Protocolli che ci prova.

Certo è una strada un po' noiosa, sicuramente (almeno a priori) molto poco “titolosa”. 
Spesso non è nemmeno roba che si può risolvere o esaurire facilmente con un tweet o con un post.
Per questo, forse, “È poco moderna”, come il mare d'inverno di Enrico Ruggeri, m
a a me pare che ce ne potrebbe essere bisogno.

Può funzionare?
Non lo so, ma se non ci provo non lo saprò mai
Perché - anche se in questo caso non ci sono in ballo soldi stipendi o investimenti visto nessuno mi paga per farlo! - è una questione di domanda e offerta (come tutto in questo nostro mondo?) …

martedì 19 giugno 2018

Non solo (ma anche) di Courmayeur ...

Libere riflessioni del giorno dopo ... oggi come oggi se usi più di 100 parole sei un "nemico del popolo".
 
Don Milani diceva: “L’operaio conosce 100 parole,  il padrone 1000, per questo è lui il padrone”.
Don Milani offriva, a chi non vi aveva accesso, la cultura e l'istruzione come strumenti di emancipazione, di crescita e di “possibilità” di diventare “padroni”, o meglio, classe dirigente della propria comunità.

La mia impressione è che oggi, in tutto il mondo occidentale, i “vincenti” percorrano la strada opposta.

I "vincenti" usano solo 100 parole (che inevitabilmente diventano slogan) per catturare, ottenere e conservare il consenso, così da risultare più “semplici” e comprensibili (e quindi “complici”) per i loro seguaci.

E contemporaneamente, sempre con quelle sole 100 parole, diffondono, insinuano e alimentano l'accusa e il sospetto che chi cerca di evidenziare che la realtà è complessa - e che servono ben più di “100 parole” per affrontarla, gestirla, governarla e cambiarla – è solo qualcuno che cerca di fregare le persone semplici ovvero “il popolo”.

Oggi come oggi una persona colta, competente, con esperienza - o che, comunque, prima di esprimere un'opinione o di proporre una soluzione fa ricerca, analisi ed elaborazioni articolate - è un “nemico del popolo” più di quanto i capitalisti lo siano mai stati per i comunisti!!!

Tutto ciò, mi spaventa. 

 

venerdì 15 giugno 2018

Cinzia Confortola nuova Responsabile Area Turismo di Courmayeur

Sarà Cinzia Confortola la nuova Responsabile Area Turismo di Courmayeur. (vedi "Esito Concorso") 
 
E' stata, infatti, l'ex Direttore di Cortina Turismo ad aggiudicarsi la Selezione per titoli e colloquio" bandita lo scorso maggio dal Centro Servizi Courmayeur-CSC per il "conferimento dell’incarico full time, per la durata di tre anni".
Alla scadenza dell'avviso, venerdì scorso 8 giugno, al CSC erano pervenute in totale 16 domande di partecepiazione, delle quali solo circa un terzo sono risultate adeguatamente rispondenti ai requisiti richiesti, e tra queste solo un paio ammesse al colloquio finale.

L'incarico
In base a quanto indicato dal bando, il compenso annuo lordo della nuova mannager sarà di 70.000€ lordi e il
Mansionario definito prevede che, di concerto con l’Amministratore Unico di CSC, abbia la diretta responsabilità dell’intera Area Turismo, sia per la parte di eventi che di promozione e marketing, occupandosi, quindi, della definizione delle strategie e delle metodologie migliori per dare attuazione agli indirizzi dell’Amministrazione Comunale relativi al turismo.
Sarà suo compito coordinare il lavoro delle attività di promozione di località sui mercati nazionale ed internazionale, nonché l’attività di tutti i consulenti attivati, il lavoro relativo ai contatti ed alle negoziazioni con i Tour Operator, con le catene alberghiere, con la pubblica amministrazione, le aziende, gli organizzatori nel campo della congressistica e con tutte le entità interessate a sviluppare il proprio business sul territorio di Courmayeur.
Inoltre si occuperà della progettazione e attuazione dei piani di marketing funzionali alla commercializzazione di Courmayeur, della ricerca sponsorizzazioni funzionali ai piani di sviluppo turistico della località, curando anche la concezione, l’esecuzione e l’organizzazione di eventi, anche tramite advisor esterni ed in sintonia con le linee guida dell’Amministrazione.
Avrà anche funzioni di coordinamento per quanto riguarda la comunicazione, la gestione dell’immagine ed i contenuti, sia cartacei, che digitali inerenti al settore turismo, nonché di monitoraggio costante e rilevazione periodica dei risultati, redazione dei report sull’andamento degli investimenti promozionali evidenziando la correlazione tra gli investimenti e la loro resa.
Dovrà,infine elaborare bozze e fornire indicazioni per la redazione delle delibere dell’area turismo e partecipare, ove richiesto, alle procedure di evidenza pubblica finalizzate ad individuare operatori economici del settore marketing e promozione.

Una scheda
Originaria di Sondrio
Cinzia Confortola è Senior Expert in Winter Tourism Destination Management/Project Manager e nel suo profilo Linkedin scrive: “La passione per la strategia aziendale e il marketing, congiuntamente a capacità analitiche, creatività, predisposizione alla leadership e al lavoro in team – scrive nel suo profilo linkedin - mi hanno portato a lavorare prima come Coordinatrice di eventi sportivi internazionali (MTB, sci di fondo, telemark, snowboard, running, ect.), poi come Destination Manager (Livigno, Cortina d’Ampezzo), acquisendo competenze anche in contesti internazionali (BOTA, progetti europei e di assistenza allo sviluppo della competitività) Mi piace cogliere le sfide lavorative con etica e professionalità”.

mercoledì 13 giugno 2018

Riaperta la Val Ferret. Ancora attesa per la Val Veny. Problemi per altre aree del territorio

Preso atto che le operazioni di sgombero della neve e di pulizia della strada comunale sono terminate, a partire dal tardo pomeriggio di ieri, martedì 12 giugno 2018, è aperta la strada comunale della Val Ferret, dove é nuovamente consentita la viabilità sia veicolare che pedonale fino alla località Arpnouva, secondo quanto stabilito con l'ordinanza comunale n. 3312/18.

Dal 1° giugno, completate le operazioni di sgombero della neve e di pulizia della strada rese necessarie dalla valanga del Tronchey la valle era già stata aperta fino alla località Lavachey, anche se restavano ancora da posizionare le barriere in tronchi della ciclabile e da ripristinare alcune staccionate, tanto che alcuni operatori hanno provveduto a far sistemare a loro spese alcuni tratti, quali per esempio l’attacco del sentiero che porta al Rifugio Bonatti, dove l’acqua tracimava dal torrente sul sentiero.

il cedimento della strada il 5 giugno 2018
Per quanto riguarda invece la Val Veny, al momento sono ancora in corso gli interventi di messa in sicurezza e ripristino delle diverse zone, ed in particolare i lavori che interessano il tratto di strada compreso tra ilSantuario di Notre Dame de la Guérison e la località Plan Ponquet (situato circa 50 m prima dell'albergo omonimo e,a monte della cosiddetta camionabile), dove aveva ceduto il muro di sostegno di sotto scarpa per una lunghezza di circa 30 metri. 



lavori in corso nella serata del 13 giugno
lavori in corso nella serata del 13 giugno




Sempre in Val Veny, ai primi di giugno il censimento degli interventi necessari comprendeva anche circa un'ottantina di traverse rotte all’area pic nic, nonché la sistemazione del percorso vita, il montaggio di tutti i ponticelli relativi ai percorsi in direzione del Rifugio Monzino, del lago delle Marmotte e di quello dal Peuterey al Freney.
Secondo quanto annunciato dal Comune  martedì scorso, la riapertura della strada avrebbe dovuto avvenire domani giovedì 14/06, limitatamente al solo traffico leggero e a senso unico alternato, ma al momento non risultano ancora emesse ordinanze in tal senso.

(14/6: VAL VENY - Aggiornamento dal Comune: "Slitta la riapertura di almeno 4, 5 giorni")

Per quanto riguarda quindi altre zone del territorio, ancora fino a metà della scorsa settimana, per esempio, si registravano problemi anche nella seconda parte del sentiero Dolonne-Plan Checrouit (quello solitamente percorso dagli escursionisti del Tour du Mont Blanc), dove risultavano presenti  numerosi alberi divelti e sradicati lungo il tracciato.
Per ciò che concerne, infine, il fronte dell'attribuzione degli  incarichi per i diversi interventi necessari, all'Albo pretorio del Comune, al momento, risulta unicamente la Determina n. 117 del 21/05/2018 del dirigente dell'Ufficio Tecnico Gestionale, relativa a “Disgaggi pareti soprastanti strada della Val Veny, montaggio/smontaggio degli ombrelli paramassi in località notre Dame de la Guerison, rete verticale muro contenimento e altri interventi in Val Ferret”




lunedì 11 giugno 2018

IVAT, locali in affitto senza bando: perché?

Con la sua Delibera n. 81 del 6 giugno 2018 la Giunta Comunale di Courmayeur ha dato in affitto i locali sotto il piazzale della Chiesa utilizzati dall'IVAT sin dal 1987, e a questa concessi in comodato gratuito fino allo scorso 30 aprile 2018.
A seguito dell’incontro - si legge nella delibera - avvenuto in data 15/03/2018 tra il Presidente IVAT Sig. Bonomi Ernesto ed il Vice Sindaco Sig. Corio Paolo” e di un successivo scambio di comunicazioni tra le parti, si è arrivati a definire che “il contratto di locazione avrà una durata pari ad anni 6, decorrenti dall’01/05/2018, tacitamente rinnovabili” e il canone “sarà pari ad € 800,00 per il periodo maggi-dicembre 2018 (€ 100,00 mensili), ad € 7.200,00 per l’anno 2019 (€ 600,00 mensili) e ad € 9.600,00 a partire dall’anno 2020 (€ 800,00 mensili)” con l’adeguamento ISTAT applicato a partire dal 2021.

Ora, ben venga la volontà e la capacità di “mettere a rendita” le proprietà comunali, però è inevitabile che sorgano alcune domande.
  • Quali riferimenti normativi hanno consentito di dare in affitto i locali senza procedere tramite un iter di “evidenza pubblica” (bando, gara, manifestazione di interesse …) che avrebbe consentito anche ad altri soggetti di presentare una loro offerta/proposta?
  •  Questa scelta non va considerata di fatto penalizzante per eventuali altri privati che avessero avuto intenzione di sviluppare attività turistico-commerciali (anche diverse, ma possibili in quei locali) e che magari stavano proprio attendendo la scadenza del comodato per poter partecipare all'assegnazione?
  • Se lo spirito che ha portato a favorire l'IVAT rispetto ad altri possibili interessati fosse quello specifico di sostenere un soggetto destinato a valorizzare l'artigianato di tradizione regionale, perchè non si è ritenuto di inserire una forte motivazione in questo senso nella delibera?
  • E poi: quali “perizie” o "tabelle di riferimento" hanno portato definire i canoni di locazione? (visto che nella delibera non si cita niente del genere e si dice solo che tutto ciò è stato “pattuito” tra le parti)
  • E ancora: quale logica o riferimento ha portato a decidere per un canone di soli € 100,00 mensili per il 2018 che diventeranno € 600,00 nel 2019 e € 800,00 a partire dal 2020?
  • Un procedimento di “evidenza pubblica” non avrebbe forse consentito all'Amministrazione di valutare più possibilità di locazione, magari anche ottenendo un'entrata maggiore per le casse comunali?
Per concludere … non c'è forse un'eccessiva discrezionalità in questa decisione, non sufficientemente motivata almeno sul piano formale, che non depone certo a favore di quella grandemente sbandierata volontà di trasparenza e correttezza amministrativa?

A chi di competenza le eventuali risposte!