lunedì 11 giugno 2018

IVAT, locali in affitto senza bando: perché?

Con la sua Delibera n. 81 del 6 giugno 2018 la Giunta Comunale di Courmayeur ha dato in affitto i locali sotto il piazzale della Chiesa utilizzati dall'IVAT sin dal 1987, e a questa concessi in comodato gratuito fino allo scorso 30 aprile 2018.
A seguito dell’incontro - si legge nella delibera - avvenuto in data 15/03/2018 tra il Presidente IVAT Sig. Bonomi Ernesto ed il Vice Sindaco Sig. Corio Paolo” e di un successivo scambio di comunicazioni tra le parti, si è arrivati a definire che “il contratto di locazione avrà una durata pari ad anni 6, decorrenti dall’01/05/2018, tacitamente rinnovabili” e il canone “sarà pari ad € 800,00 per il periodo maggi-dicembre 2018 (€ 100,00 mensili), ad € 7.200,00 per l’anno 2019 (€ 600,00 mensili) e ad € 9.600,00 a partire dall’anno 2020 (€ 800,00 mensili)” con l’adeguamento ISTAT applicato a partire dal 2021.

Ora, ben venga la volontà e la capacità di “mettere a rendita” le proprietà comunali, però è inevitabile che sorgano alcune domande.
  • Quali riferimenti normativi hanno consentito di dare in affitto i locali senza procedere tramite un iter di “evidenza pubblica” (bando, gara, manifestazione di interesse …) che avrebbe consentito anche ad altri soggetti di presentare una loro offerta/proposta?
  •  Questa scelta non va considerata di fatto penalizzante per eventuali altri privati che avessero avuto intenzione di sviluppare attività turistico-commerciali (anche diverse, ma possibili in quei locali) e che magari stavano proprio attendendo la scadenza del comodato per poter partecipare all'assegnazione?
  • Se lo spirito che ha portato a favorire l'IVAT rispetto ad altri possibili interessati fosse quello specifico di sostenere un soggetto destinato a valorizzare l'artigianato di tradizione regionale, perchè non si è ritenuto di inserire una forte motivazione in questo senso nella delibera?
  • E poi: quali “perizie” o "tabelle di riferimento" hanno portato definire i canoni di locazione? (visto che nella delibera non si cita niente del genere e si dice solo che tutto ciò è stato “pattuito” tra le parti)
  • E ancora: quale logica o riferimento ha portato a decidere per un canone di soli € 100,00 mensili per il 2018 che diventeranno € 600,00 nel 2019 e € 800,00 a partire dal 2020?
  • Un procedimento di “evidenza pubblica” non avrebbe forse consentito all'Amministrazione di valutare più possibilità di locazione, magari anche ottenendo un'entrata maggiore per le casse comunali?
Per concludere … non c'è forse un'eccessiva discrezionalità in questa decisione, non sufficientemente motivata almeno sul piano formale, che non depone certo a favore di quella grandemente sbandierata volontà di trasparenza e correttezza amministrativa?

A chi di competenza le eventuali risposte!